Comprendere come gestire al meglio la nostra energia può ridurre situazioni di stanchezza e affaticamento sia mentale che fisico.
Varie ricerche hanno dimostrato come l’energia sia la nostra risorsa più importante ed è il fattore distintivo che ci permette di ottenere prestazioni elevate e capacità di concentrazione. Non saper utilizzare e supportare in modo ottimale la propria energia psico-fisica può comportare il sentirsi sempre esausti, disconnessi e demoralizzati, specialmente d’estate quando fattori ambientali (tra cui caldo intenso, sbalzi di temperatura) e non contribuiscono a indebolire l’organismo. In linea generale ciò che può causare il classico burnout (esaurimento) d’estate, ma anche durante tutto l’anno, è la durata del dispendio energetico senza un adeguato recupero. Il nostro corpo, infatti, produce specifici ormoni (tra cui adrenalina, noradrenalina e cortisolo) che alimentano l’eccitazione e possono aiutarci a portare a termine un determinato progetto, ma se operiamo a un’intensità sufficientemente elevata per un tempo sufficientemente lungo, si perde progressivamente la capacità di tornare alla normalità innescando una sensazione di perenne carenza energetica, spesso accompagnata da situazioni infiammatorie nell’organismo.

L’oscillazione tra dispendio energetico e rilascio permette di gestire l’energia riequilibrandola in modo dinamico
L’energia fisica deriva dall’insieme di dieta, esercizio fisico e riposo, mentre l’energia emotiva dipende dal modo in cui ci si prende cura di se stessi emotivamente, vivendo e agendo con energia positiva e coinvolgimento in modo da connettersi alle relazioni e alle attività della propria vita. La “stanchezza estiva” è riconosciuta come un vero e proprio problema di salute che toglie energia all’organismo e rende improduttivi. Idratazione, dieta, alterata qualità del sonno e integrazione sono fondamentali per prevenire e ridurre questa situazione. Sentirsi letargici, assonnati e poco concentrati durante i mesi estivi è un fenomeno comune a molte persone. Questa condizione è caratterizzata da mancanza di energia e da una costante sensazione di spossatezza, che può influire significativamente sulle nostre attività quotidiane e sulla produttività complessiva. Comprendere le cause e i sintomi della sindrome da stanchezza estiva e attuare efficaci misure di prevenzione, è fondamentale per mantenere i nostri livelli di energia e il nostro benessere durante i caldi mesi estivi.

La sindrome da stanchezza estiva è una condizione che si può verificare quando l’organismo ha difficoltà ad adattarsi alle variazioni ambientali dei mesi estivi.
La combinazione di temperature elevate, umidità ed esposizione prolungata al sole può portare a esaurimento e a un calo dei livelli di energia, se non ben bilanciati con un impatto significativo sul nostro benessere generale. I segnali più comuni legati alla sindrome da stanchezza estiva includono stanchezza persistente, vertigini, irritabilità, sbalzi d’umore, crampi muscolari, difficoltà di concentrazione e sensazione di esaurimento mentale e fisico. Oltre a dormire di più se il corpo lo richiede, l’alimentazione è la chiave per affrontare la sonnolenza e la stanchezza estive. C’è bisogno di ricostituire le riserve energetiche per ottimizzare le funzioni dell’organismo. È importante un apporto nutrizionale bilanciato con fonti di carboidrati complessi, proteine e vitamine del gruppo B. Un altro punto fondamentale è mantenersi idratati. Il nostro corpo è composto da circa il 60-70% di acqua e le line guida suggeriscono di bere ameno 30-35 ml di acqua per chilo di peso corporeo, quantità che varia in base al tipo di attività individuale. Inoltre, durante l’estate è importante introdurre la giusta quota di vitamine e minerali per supportare l’organismo nelle sue funzioni fisiologiche. D’estate, infatti, il nostro organismo si trova a dover fare un extra-lavoro per mantenere una temperatura corporea in equilibrio. L’alimentazione indicata in estate dovrebbe essere sicuramente leggera, con pasti non troppo abbondanti e facilmente digeribili, e ricca di alimenti freschi e idratanti. Sono suggeriti frutta e verdura (preferibilmente cruda o al vapore) ricche di acqua (cetrioli, angurie, meloni,…), pesce azzurro, legumi, formaggi magri (ricotta,…), evitare alcolici e zuccheri raffinati.

Alcuni principi attivi di origine naturale sono in grado di aumentare l’energia di un individuo e alleviare le situazioni di stress e mancanza di concentrazione.
Esistono molti composti di origine naturale che possono essere utilizzati per alcuni periodi in grado di supportare situazioni di stress e stanchezza senza dare l’effetto cosiddetto “reboud” (dato da una forte stanchezza di ritorno quando il corpo ha finito di assimilarle) di alcune sostanze di uso comune, tra cui ad esempio la caffeina e la teina. Tra questi, le piante ad azione adattogena permettono all’organismo di adattarsi meglio alle situazioni di stress in cui si trova. I fitoterapici più utilizzati in questo senso sono l’Ashwagandha (Withania somnifera) e il Ginseng (Panax ginseng), con la differenza che l’Ashwagandha svolge un effetto rilassante mantenendo però viva l’attenzione e il focus mentale, aiutando a ridurre lo stress con effetto positivo sulla qualità del sonno; mentre il Ginseng può dare effetti eccitanti simili alla caffeina, accelera la frequenza cardiaca, migliorando la resistenza fisica e mentale allo stress e alla fatica. In caso, ad esempio, di stanchezza continuata può essere anche utile aumentare l’introito di alimenti ricchi in taurina tra cui carne e pesce. La taurina ha un effetto importante in caso di stress, stimolando le prestazioni fisiche e mentali e creando una sensazione di maggiore energia complessiva. Tutte le vitamine del gruppo B, ad eccezione dei folati, sono coinvolte nelle diverse fasi del sistema di produzione di energia all’interno della cellula. Vari studi hanno evidenziato come le vitamine del gruppo B, la vitamina C, ferro, zinco e magnesio abbiano un ruolo fondamentale nella riduzione della fatica fisica e mentale.

Tendler A et al. 2021. PNAS USA 118:e2003926118. Kuzmenko NV et al. 2021. J Biol Med Rhyth Res 38:301-317. Ohtani T et al.2006. Psych Clin Neurosci 60:379-383. Falon Tilley MS et al. 2014. J Nutr Educ Bahav 46:134-141.
A cura di Anna Zuppini, PhD
Responsabile Scientifico Giuriati Group srl, Direzione Scientifica Nutriva Academy
I contenuti di questi articoli sono esclusivamente a fini informativi ed educativi. L’autore non esprime direttamente e/o indirettamente avvisi medici, né prescrive alcun rimedio, né si assume responsabilità su chi deciderà di auto-curarsi. Le informazioni contenute in questo blog non intendono sostituire i consigli del medico, al quale spetta qualsiasi indicazione e prescrizione terapeutica.

 
							