La melatonina viene comunemente chiamata “l’ormone della notte” poiché è prodotta in risposta a condizioni di buio.
La melatonina è una molecola versatile e ubiquitaria prodotta endogenamente dagli animali e dalle piante. Nell’uomo viene in gran parte prodotta dalle cellule della ghiandola pineale (pinealociti) e da alcuni tipi di cellule dell’intestino (enterocromaffini). I pinealociti, cellule che si trovano nella ghiandola pineale all’interno del cervello, sono influenzati dalla luce e dal buio nella produzione di melatonina, in particolare l’esposizione alla luce sopprime la produzione e il rilascio di melatonina, mentre l’oscurità (registrata dalla retina) aumenta la sua produzione e il successivo rilascio negli altri tessuti del corpo. Le cellule enterocromaffini, che si trovano sulla superficie dell’intero tratto gastrointestinale, non sono regolate dalla luce e dal buio ma sembrano influenzate dall’assunzione di cibo e dalla digestione. I livelli di melatonina intestinale possono essere da 10 a 100 volte maggiori rispetto ai livelli di melatonina nel sangue. La produzione di melatonina e i ritmi circadiani si sviluppano nei bambini dopo i tre mesi d’età e i livelli aumentano dall’infanzia all’adolescenza stabilizzandosi, per poi diminuire lentamente con l’età. I bambini in genere producono più melatonina rispetto agli adulti. La produzione di melatonina può essere anche influenzata da malattie, dieta, fattori ambientali (luce intensa notturna), uso di farmaci e stile di vita. Oltre al suo ruolo nel regolare il sonno, la melatonina è considerata una molecola molto importante contro lo stress ossidativo in cellule e tessuti. Sembra essere uno degli antiossidanti più potenti grazie alla sua capacità di eliminare fino a dieci diverse specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto.
La melatonina è coinvolta in molteplici attività fisiologiche nell’organismo.
La melatonina sembra essere coinvolta in moltissime funzioni cellulari, tra cui la regolazione dei mitocondri, dei geni, la modulazione di alcune molecole che regolano l’infiammazione e l’immunità. Numerosi studi scientifici hanno identificato la melatonina come un potente scavenger di radicali liberi con potenziali proprietà protettive contro vari disturbi. Recenti studi in vitro e in vivo hanno continuato a rafforzare le funzioni fondamentali rilevate negli ultimi decenni che attesterebbero il ruolo della melatonina nella difesa antiossidante, nella riduzione dello stress ossidativo e dei processi infiammatori. Nell’intestino, in particolare, agisce per aumentare l’attività e la circolazione nella mucosa gastrica, migliorando la motilità gastrointestinale, ha proprietà anti-eccitatorie nell’intestino, può stimolare la rigenerazione delle cellule epiteliali e ha effetti antiossidanti protettivi sul rivestimento del tratto gastrointestinale. Altri effetti documentati della melatonina riguardano la maturazione sessuale, la regolazione della temperatura corporea, l’azione coadiuvante per alcuni tipi di tumori e terapie.
Melatonina e qualità del sonno.
La melatonina è il principale ormone coinvolto nel controllo del ciclo sonno-veglia. Essendo facilmente sintetizzabile c’è stato negli anni un interesse sempre più crescente per il suo utilizzo orale come trattamento per l’insonnia. Inoltre, poiché la produzione dell’ormone diminuisce con l’età con una correlazione inversa alla frequenza della scarsa qualità del sonno, è stato suggerito che il deficit di melatonina sia almeno in parte responsabile dei disturbi del sonno. La melatonina è diventata supplemento popolare grazie soprattutto alla sua azione come cronobiotico (sostanza che sincronizza l’organismo sulla notte) per stabilire un sonno ristoratore. L’utilizzo della luce e soprattutto di tablet, TV, cellulari e dispositivi elettronici ad emissione di luce blu crea problemi importanti all’organismo nel riconoscere quando effettivamente sussiste una condizione di buio, alterando il fisiologico ritmo circadiano ambientale e, di conseguenza, la qualità del sonno. La melatonina agisce sul sistema nervoso centrale promuovendo la risincronizzazione quando le condizioni ambientali variano. Aumentare la concentrazione ematica di melatonina segnala ai tessuti e agli organi che è buio, aiutando l’organismo a regolare l’omeostasi. Diversi studi dimostrano come la melatonina sia in grado si ridurre la latenza dell’inizio del sonno. La melatonina a rilascio immediato viene generalmente raccomandata per favorire l’addormentamento, mentre la melatonina a rilascio prolungato è indicata per il mantenimento della durata del sonno e il risveglio precoce. Per il suo ruolo nella regolazione del ciclo sonno-veglia, quindi, la melatonina è potenzialmente utile nel trattamento dell’insonnia e dei disturbi delle varie fasi del sonno. Rafforzare, quindi, il segnale fisiologico che induce il sonno sembra essere l’approccio più naturale al trattamento di queste alterazioni del sonno, in particolare nelle età in cui la produzione di melatonina è ridotta.
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A cura di Anna Zuppini, PhD
Responsabile Scientifico Giuriati Group srl, Direzione Scientifica Nutriva Academy
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