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Vitamina D: l’ormone del sole

Vitamina D: l'ormone del sole
La vitamina D è una vitamina liposolubile prodotta dall’organismo quando la pelle è esposta alla luce solare.

La vitamina D è una molecola solubile nei grassi che si comporta come un ormone steroideo e possiede due precursori: il 7-deidrocolesterolo negli animali e l’ergosterolo presente nelle piante. Le fonti di vitamina D sono, oltre alla luce solare, la dieta e l’integrazione nutrizionale. Esistono due forme principali di vitamina D: la vitamina D2 e la vitamina D3. La prima (vitamina D2, ergocalciferolo) si trova prevalentemente nei lieviti e nei funghi. La seconda (vitamina D3, colecalciferolo) è sintetizzata dal nostro organismo a partire dal 7-deidrocolesterolo (molecola che deriva dal metabolismo del colesterolo) nella pelle per azione delle radiazioni ultraviolette, ma si può trovare naturalmente anche nellolio di fegato di merluzzo, nel pesce azzurro e nei licheni (organismi simbiotici formati da un’alga e un fungo in associazione). La forma di vitamina D presente negli alimenti, negli integratori e prodotta nella pelle deve essere metabolizzata prima di poter essere utilizzata dall’organismo.

Vitamina D: l'ormone del sole
Dagli ultimi dati, oltre il 40% della popolazione sembra soffrire di una carenza di vitamina D.

La carenza di vitamina D si può manifestare con sintomi quali stanchezza cronica, dolore osseo e muscolare, formicolio a mani e piedi. Diversi studi hanno suggerito che la carenza di vitamina D può essere collegata a una perdita di plasticità cerebrale, a un peggioramento dei sintomi della sindrome dell’ovaio policistico e, per le future mamme, a un aumento del rischio di diabete nei loro figli. La carenza di vitamina D è causata da una complessa interazione di fattori. È forte l’associazione tra la vitamina D e luce solare; una forma di pre-vitamina D3 viene sintetizzata, infatti, dalla pelle dopo l’esposizione alla luce solare. Le persone con un’esposizione limitata alla luce solare, che indossano abiti lunghi o applicano creme solari, sono ad alto rischio di carenza di questa vitamina. Tra i fattori che predispongono le persone ad una carenza di vitamina D vi sono: l’età, la razza e il sesso, l’indice di massa corporea (BMI), il malassorbimento dei grassi, l’ipertiroidismo, presenza di interventi bariatrici e assunzione di alcuni farmaci.

Vitamina D: l'ormone del sole
La vitamina D è un attore cruciale non solo per la salute delle ossa ma possiede un enorme impatto sulla salute umana.

La vitamina D promuove l’assorbimento del calcio nell’intestino e mantiene adeguate concentrazioni sieriche di calcio e fosfato per consentire la normale mineralizzazione ossea e la funzione muscolare. È necessaria per la crescita ossea e il rimodellamento osseo, senza una quantità sufficiente di vitamina D, le ossa possono diventare sottili, fragili o deformate. La sufficienza di vitamina D previene il rachitismo nei bambini e l’osteoporosi negli adulti. La vitamina D svolge altri ruoli nel corpo, tra cui la riduzione dell’infiammazione e la modulazione di processi quali la crescita cellulare, la funzione neuromuscolare e immunitaria e il metabolismo del glucosio. Bassi livelli di vitamina D sono stati associati a una diminuzione dei livelli sierici di calcio, quindi a un aumento del rischio di osteoporosi e rachitismo. La vitamina D possiede un’attività importante anche nel riequilibrio intestinale, ristabilendo le funzioni dell’intestino e favorendo la crescita delle specie batteriche benefiche. Gli studi hanno identificato, inoltre, un ruolo della vitamina D nella salute cardiovascolare agendo sui tessuti endoteliali e muscolari lisci per regolare la pressione sanguigna e sembra vi sia un’associazione tra carenza di vitamina D e malattie cardiovascolari in persone con fattori di rischio pre-esistenti, come in caso di diabete di tipo 2 o ipertensione. Diversi studi hanno valutato anche l’efficacia della vitamina D nel potenziare il sistema immunitario, nella prevenzione di condizioni legate alla gravidanza come la preeclampsia e nel diminuire il rischio di complicanze derivanti da infezioni respiratorie acute. La vitamina D, infatti, agisce anche come ormone immunoregolatore che protegge il corpo dalle infezioni del tratto respiratorio superiore. È stato dimostrato che l’integrazione di vitamina D svolge anche un ruolo nel ritardare l’insorgenza di malattie degenerative.

Vitamina D
Vitamina D e alimentazione.

Le linee guida dietetiche (2020-2025) del governo federale per gli americani descrivono un modello alimentare ottimale per avere un sufficiente introito di vitamina D. Questo include: varietà di verdure, frutta, cereali (almeno per la metà integrali); latte, yogurt e formaggi senza grassi; varietà di alimenti proteici come carni magre, pollame, uova, frutti di mare, fagioli, piselli e lenticchie; noci e semi; pesci grassi, come salmone, tonno e sgombro; limitare cibi e bevande con un alto contenuto di zuccheri aggiunti, grassi saturi e sodio; limita le bevande alcoliche e rimane entro il fabbisogno calorico giornaliero.

Quando può essere utile integrare con la vitamina D.

Negli alimenti e negli integratori alimentari, la vitamina D ha due forme principali, D2 (ergocalciferolo) e D3 (colecalciferolo), che differiscono chimicamente solo nella struttura della catena laterale. Entrambe le forme sono ben assorbite nell’intestino tenue. La contemporanea presenza di grassi nell’intestino migliora l’assorbimento della vitamina D, ma una parte della vitamina D viene assorbita anche senza grassi alimentari. Né l’invecchiamento né l’obesità sembrano alterare l’assorbimento della vitamina D da parte dell’intestino. La concentrazione sierica di 25(OH)D è attualmente il principale indicatore dello stato della vitamina D. L’integrazione di vitamina D può prevenire e curare il rachitismo nutrizionale nei neonati e nei bambini. Dati preclinici e osservazionali suggeriscono che il sistema endocrino della vitamina D ha un ampio spettro di attività scheletriche ed extra-scheletriche. Vi è consenso sul fatto che una grave carenza di vitamina D (concentrazione sierica di 25-idrossivitamina D (25OHD) <30 nmol/l) debba essere corretta, mentre la maggior parte delle linee guida raccomandano concentrazioni sieriche di 25OHD >50 nmol/l per una salute ossea ottimale negli anziani.

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A cura di Anna Zuppini, PhD
Responsabile Scientifico Giuriati Group srl, Direzione Scientifica Nutriva Academy

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