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Intestino, microbiota e peso corporeo

Intestino, microbiota e peso corporeo
Per il mantenimento di un adeguato peso corporeo è fondamentale rispettare l’equilibrio energetico.

Il peso corporeo è il risultato di vari elementi cumulativi che regolano prevalentemente il bilancio energetico dell’organismo. I principali fattori che influenzano quest’ultimo sono: il comportamento alimentare con la conseguente assunzione di energia, l’assorbimento intestinale, il dispendio energetico e l’immagazzinamento dell’energia. L’equilibrio di queste parti (definito “omeostasi energetica”) deve essere rispettato, altrimenti si può incorrere in situazioni di sovrappeso e/o obesità (quando il bilancio energetico è positivo), cachessia (deperimento generale con riduzione della massa muscolare) e malnutrizione (bilancio energetico negativo). Sovrappeso e obesità sono condizioni multifattoriali per cui l’energia utilizzata dal cibo che viene consumato è maggiore rispetto a quella utilizzata dall’organismo, con conseguente aumento della massa grassa, aumento di peso ed eventuale manifestazione di altre problematiche associate.

Intestino, microbiota e peso corporeo
L’intestino ha un ruolo chiave nella gestione del peso corporeo.

Il microbiota intestinale è costituito da diversi microrganismi (batteri, virus e altri microbi) presenti nel tratto gastrointestinale e principalmente nell’intestino tenue e crasso. La normale flora intestinale svolge un ruolo protettivo per l’organismo se mantenuta nel giusto equilibrio, con le specie benefiche che risultano dominananti. Ad oggi non c’è ancora una comprensione totale sulla modalità con cui il microbiota influisce sul rischio di sviluppare alcune malattie croniche, tra cui ad esempio malattie cardiovascolari, obesità e diabete di tipo 2. Alcuni risultati hanno evidenziato come condizioni di salute di questo tipo possono essere maggiormente indotte da cambiamenti del microbioma provocati dal tipo di alimentazione assunta. Ad esempio, modelli dietetici poco salutari (come l’assunzione ad esempio di dessert a base di latte, carni da allevamenti intensivi, alimenti trasformati) possono favorire lo sviluppo di specie microbiche intestinali che contribuisco ad alterazioni di glicemia, colesterolo e infiammazione, fattori significativamente associati a un rischio più elevato di sovrappeso, eventi cardiaci, ictus e diabete di tipo 2. Al contrario, un microbioma intestinale più diversificato e benefico è stato associato a modelli alimentari più sani (con utilizzo adeguato di verdure ricche di fibre, noci e alimenti animali quali pesce e uova), evidenziando un minor rischio di manifestare alcune problematiche croniche.

 

Il microbiota intestinale può essere un regolatore dell’appetito.

Fame e sazietà sono fattori determinanti per il mantenimento della vita, ma un controllo disturbato dell’appetito può compromettere la salute metabolica dell’organismo. Tra i fattori implicati nel controllo dell’appetito, il microbiota intestinale svolge un ruolo molto importante. I metaboliti microbici e i costituenti stessi del microbiota intestinale agiscono come molecole di segnalazione legate all’appetito regolando da un lato la produzione degli ormoni correlati all’appetito e dall’altro agendo direttamente sul sistema nervoso. Il controllo fisiologico dell’appetito è mediato dalla circolazione di alcuni ormoni oressigeni (che stimolano l’appetito) e anoressigeni (che riducono il desiderio di cibo), tra cui leptina, insulina e grelina, che sono prodotti dagli organi periferici, tra cui intestino, tessuto adiposo e pancreas. È stato ipotizzato che un microbiota intestinale alterato possa avere un’influenza diretta sull’appetito dell’ospite attraverso la regolazione della secrezione di alcuni ormoni.

Intestino, microbiota e peso corporeo
La diversità microbica può coadiuvare la perdita di peso.

È stato dimostrato in diversi studi che l’aumento della diversità microbica nell’intestino, e in particolare a favore dei Bacteriodes con riduzione dei Firmicutes, può essere legata a una maggiore capacità di perdere peso. La diversità del microbiota intestinale può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la dieta, che è quello con il peso maggiore, la assunzione di farmaci e l’esposizione a particolari agenti ambientali. I componenti della dieta modulano la composizione e l’attività metabolica del microbiota intestinale, causando effetti positivi o negativi sull’organismo. L’assunzione di fibre, ad esempio, è molto importante poiché queste vengono metabolizzate nel colon dai microrganismi residenti che, di conseguenza, producono vari tipi di sostanze benefiche, tra cui gli acidi grassi a catena corta (butirrato, acetato, propionato) che svolgono una azione sia locale per le cellule del colon che distale per l’intero organismo. Le persone che adottano un modello di dieta mediterranea, con un sufficiente apporto di fibre, pesce, alimenti di origine vegetale e poca carne rossa e carboidrati raffinati, manifestano una maggiore produzione di acidi grassi a catena corta e una maggiore diversità microbica a livello intestinale.

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A cura di Anna Zuppini, PhD
Responsabile Scientifico Giuriati Group srl, Direzione Scientifica Nutriva Academy

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