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Intolleranze alimentari: cause e sintomi

Intolleranze alimentari: cause e sintomi

Il cibo è un complesso insieme di nutrienti e la sua ingestione induce una risposta gastro-intestinale che permette il trasferimento dei nutrienti stessi dall’intestino alla circolazione, e quindi all’organismo, grazie ai processi di digestione, assorbimento delle sostanze utili ed eliminazione degli scarti.

Le intolleranze alimentari, che colpiscono circa il 15-20% della popolazione, possono essere dovute a molteplici fattori tra cui: ipersensibilità ad alcuni componenti dei cibi, come ad esempio il glutine in soggetti che non sono celiaci, la carenza o scarsa funzionalità di alcuni enzimi, problemi intestinali. Generalmente l’intolleranza alimentare è collegata a variazioni della funzionalità intestinale o a una modificazione della barriera intestinale che può essere causata ad esempio da eccessivo stress ossidativo o da una flora batterica intestinale alterata (causate ad esempio da utilizzo di farmaci, alimentazione scorretta, stress, sport eccessivo,…), da debolezza del sistema immunitario (ricordiamoci che il 70-80% del nostro sistema immunitario risiede nell’intestino), infezioni, alterazioni fisiologiche,… Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse ai cibi che giocano un ruolo importante nelle problematiche gastro-intestinali. Anche se non c’è una linea concorde sulla definizione d’intolleranza alimentare, quest’ultima la possiamo considerare come una reazione dose dipendente non tossica del nostro organismo ad alcune parti dei cibi con produzione di anticorpi di tipo G (IgG).
La reazione è generalmente di tipo ritardato e può manifestarsi anche dopo 48-72 ore dall’ingestione del cibo e a volte cronicizzare.

Intolleranze alimentari: cause e sintomi

Le intolleranze alimentari si possono sviluppare da una compromessa situazione funzionale e strutturale dell’intestino. È fondamentale, quindi, il mantenimento dell’integrità dell’epitelio intestinale in modo da ridurre il più possibile l’evenienza dell’ingresso oltre la barriera di antigeni o sostanze tossiche e pro-infiammatorie. I sintomi di un’intolleranza alimentare possono essere di vario tipo e vanno dalle problematiche gastro-intestinali (difficoltà digestive, gonfiore, coliti, diarrea, stipsi, nausea, vomito, dolori addominali, sindrome del colon irritabile,…) a manifestazioni dermatologiche (dermatiti, psoriasi, eczemi, orticarie,…), problematiche dell’apparato respiratorio (asma, tosse, rinite, muco,…), infiammazioni uro-genitali, cefalee, ansia, sovrappeso.
Nel caso si risulti intolleranti a qualche alimento si consiglia di rivolgersi ad uno specialista.
Ci possono essere approcci diversi al problema e in generale viene suggerito di eliminare dalla dieta tutti gli alimenti risultati non tollerati per un tempo variabile da una settimana fino a circa 4-12 settimane in modo da disintossicare l’organismo.
È utile bere molta acqua (1-2 litri) durante il giorno. Una parziale disintossicazione dell’organismo si osserva dopo circa 2-3 mesi di eliminazione degli alimenti. Durante questo periodo è consigliabile l’assunzione, sotto controllo medico, di prodotti che aiutino la disintossicazione e la funzionalità intestinale quali probiotici, prodotti naturali drenanti e disintossicanti ed eventualmente enzimi digestivi, reperibili in farmacia o nei negozi specializzati.
A seguito del periodo di eliminazione, si consiglia una graduale e controllata reintroduzione dei cibi. Nel caso d’intolleranze a più alimenti si consiglia di reintrodurre un cibo alla volta a cadenza settimanale e monitorare eventuali sintomi d’intolleranza. La quantità di cibo reintrodotto non deve essere eccessiva.
Si consiglia per evitare fenomeni d’intolleranza alimentare di seguire una dieta varia con assunzione di cibi di qualità e in quantità misurata. Eliminando l’alimento responsabile dell’intolleranza, quest’ultima tende a scomparire, a meno che non ci siano dei deficit enzimatici su base genetica o acquisiti. È sempre consigliabile consultare un medico in merito ai tempi e modalità della reintroduzione dei cibi e all’utilizzo dell’integrazione.

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I contenuti di questi articoli sono esclusivamente a fini informativi ed educativi. L’autore non esprime direttamente e/o indirettamente avvisi medici, né prescrive alcun rimedio, né si assume responsabilità su chi deciderà di auto-curarsi. Le informazioni contenute in questo blog non intendono sostituire i consigli del medico, al quale spetta qualsiasi indicazione e prescrizione terapeutica.